Sora: Tessere la Speranza. Le Preziose Vesti. Dalle Madonne addolorate del Lazio a Santa María de la Esperanza Macarena di Siviglia

Sala Consiliare del Comune di Sora (Fr) - Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale

15 giugno 2017 ore 17.00 - Inaugurazione Mostra

Tessere la Speranza
Tessere la Speranza

Nel suo pellegrinaggio simbolico, la mostra Tessere la Speranza, già presentata con successo a Roma nella sede della Soprintendenza e ad Albano Laziale presso il Museo Diocesano, giunge a Sora nel Museo della Media Valle del Liri.

Seguendo il fil rouge delle tradizionali vie religiose percorse nel nome di San Benedetto, di San Francesco e di San Paolo, l’edizione della mostra ideata per l’allestimento di Sora presenta una variante significativa: è dedicata soprattutto al culto della Madonna Addolorata, diffuso dalla Spagna in tutto il mondo cattolico e in Italia, in particolare nelle regioni centro-meridionali controllate dalla dinastia spagnola.

Nel Lazio meridionale, infatti, si riscontra una tendenza a venerare e quindi a “vestire” alcune particolari tipologie di Madonna e in particolare la Madonna Addolorata, oltre alla Madonna del Rosario e alla Madonna del Carmine. Nella stessa comunità di Sora in passato si celebrava la morte di Maria, in attesa della sua Assunzione in cielo. Dopo la processione ed una breve esposizione, la statua veniva nascosta, mentre nell’interno dell’Abbazia cistercense di San Domenico si rappresentava l’ascesa al cielo della Vergine con un’altra Madonna vestita che veniva sollevata verso l’alto per mezzo di un meccanismo elevatore. Nelle celebrazioni della Pasqua, con l’annuncio della Resurrezione, la Madonna si trasformava quindi da Addolorata in Vergine trionfante.

In esposizione si potranno ammirare le Madonne Addolorate di Alvito, di Boville e di Falvaterra con i loro ricchi abiti, ricamati con filati preziosi, ma anche altri simulacri oggetto di particolare devozione territoriale, come la Madonna di Portosalvo (Chiesa “degli Scalzi”, Gaeta) e le Madonne “bianca” e “bruna” di Canneto (comune di Settefrati).

Ciò che colpisce dei simulacri sacri sono le vesti ricamate, spesso arricchite con “pietre” policrome, che ricoprono una particolare rilevanza in ambito devozionale. È questo il caso della Madonna di Portosalvo, sul cui manto sono applicate stelle dorate nelle quali sono cuciti piccoli biglietti con i nomi degli offerenti o di fedeli defunti. Il mantello in questo caso assume un significato denso di potenza protettiva e terapeutica. Quale importante riferimento per le Madonne Addolorate del Lazio, per la prima volta sarà esposto in Italia uno straordinario “oggetto di devozione” proveniente dalla Basilica di Santa Maria della Speranza di Siviglia, città spagnola da cui si diffonde il culto dell’Addolorata anche nell’Italia centro-meridionale: l’abito viola e il  monumentale mantello verde, lungo tre metri e con ricami in oro, della Madonna de la Esperanza Macarena, particolarmente venerata in Spagna e protagonista dei riti della Settimana Santa.

 

Intervengono alla inaugurazione dell’atteso evento, nella Sala Consiliare del Comune di Sora: Roberto De Donatis: Sindaco Comune di Sora; Saverio Urciuoli: Soprintendente Archeologia , Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti; Alfonsina Russo: Soprintendente Archeologia , Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l'Etruria Meridionale; S.E. Mons. Gerardo Antonazzo: Vescovo della Diocesi di Sora; Elisabetta Silvestrini, “Sapienza-Università di Roma" Roma e Fernando Marmolejo Hernandez: Hermandad de la Macarena (Siviglia).

 

La mostra “Tessere la speranza”, ancora di più nell’edizione di Sora, pone al centro dell’attenzione non solo straordinarie opere d’arte, quali sono le vesti devozionali, ma anche le espressioni della fede, riferimento identitario ed elemento centrale di coesione sociale delle comunità del Lazio: un patrimonio materiale e immateriale, da tutelare e valorizzare, un “universo” di memorie da cui partire per costruire progetti effettivamente sostenibili di sviluppo.