Un accordo quadro per Belmonte a Castelnuovo di Porto

21/08/2021

210821_belmonte torre
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Grazie alla sinergia fra l’Università della Tuscia ed il Comune di Castelnuovo di Porto, è stato siglato un accordo quadro biennale, eventualmente prorogabile se necessario.

Si tratta di un importante progetto di studio e ricerca, ma anche di recupero, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale; in particolare di un’area, sottoposta a vincolo archeologico diretto, quale quella dell’abitato di Belmonte. L’accordo vanta la direzione di un Comitato Scientifico presieduto dal prof. Salvatore De Vincenzo, anche responsabile scientifico delle attività, e costituito dal funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, la dott.ssa Biancalisa Corradini; e, per il Comune di Castelnuovo di Porto, dal sindaco Riccardo Travaglini e dal responsabile del Servizio Urbanistica del municipio, l’architetto Aldo Olivo.

“Gli obiettivi sono molteplici. Le ricerche effettuate saranno volte alla conoscenza della storia e della cultura degli insediamenti nell’Alto Lazio, tra cui appunto quello rupestre di Belmonte col suo abitato”, commenta Corradini.

“Le ricognizioni del sito, anche con GPS, porteranno – spiega l’archeologa - a una schedatura che offrirà e delineerà un quadro più chiaro dell’ambito storico, geologico e geomorfologico dell’area; oltre a permettere di approfondire l’interesse archeologico della zona. Le nuove acquisizioni saranno poi diffuse con seminari e conferenze”. Ma non solo; “L’intento - aggiunge il funzionario - è quello di favorire una migliore fruizione del posto per i visitatori, cerando percorsi dedicati e garantendone una maggiore accessibilità e messa in sicurezza”.

“Il recupero di nozioni – conclude il presidente del Comitato scientifico – avrà inoltre uno scopo didattico; sarà, infatti, un’esperienza formativa sul campo per gli studenti universitari che getterà nuova luce su un patrimonio culturale che non è solo archeologico e demo-etno-antropologico, ma anche urbano e architettonico; ne scaturiranno maggiori dettagli sul contesto di insediamento, di crescita e di evoluzione subìti dal luogo nel tempo”.

Alla fine di ciascuno dei due anni verrà redatta dall’Università della Tuscia una relazione scientifica, che raccoglierà e svilupperà tutta la documentazione acquisita; a cui seguirà, a conclusione, una pubblicazione scientifica finale.

Il sito archeologico di Belmonte si trova a un chilometro di distanza da Castelnuovo di Porto, all’interno del Parco di Veio (forse fu colonia di Veio nel VII sec. a.C.).

Tra i fossi di Costa Frigida e di Sant’Antonino vi sono resti di due insediamenti fortificati, di cui il più antico è di epoca etrusca. Tuttavia è solo dopo la caduta dell’Impero romano che il centro, nuovamente abitato, fu fortificato a scopo difensivo, come testimoniato dalla Torre di selce e marmo, detta ‘saracena’, del IX sec. a.c.

Altra caratteristica del posto sono le cavità tufacee, a pianta quadrangolare o ellittica con soffitto piano, a più strati. Disteso su un vasto pianoro pianeggiante nei pressi di fonti d’acqua, ben protetto, il luogo si prestava all’insediamento umano e allo sviluppo di attività fiorenti.

Da rimarcare anche le prime attestazioni storiche. Di proprietà dei Conti di Tuscolo e poi del Monastero di San Paolo, viene citato esplicitamente in una bolla di Gregorio IX del 1236, nonostante in una successiva nota del 1348 non compaia già più, forse perché abbandonato. 

Solo un piccolo esempio di quanti aspetti vi siano ancora da chiarire, capire, scoprire ed imparare.