Montalto di Castro

Montalto di Castro

Fig. 4. Vaso in impasto depurato
Provincia
Viterbo
Località
Vulci, Necropoli dell’Osteria - loc. Poggio Mengarelli
Tipologia
Necropoli
Autore della scheda
Simona Carosi

Descrizione

Durante indagini archeologiche successive a un intervento clandestino del gennaio 2016 (a seguito del quale era stata messa in luce la c.d. “Tomba dello Scarabeo Dorato”) si è deciso di esplorare un’area di mq 350 ca., localizzata presso la pendice orientale di una modesta altura prospiciente il santuario del Carraccio dell’Osteria, nota in bibliografia come la più occidentale del gruppo di Poggio Mengarelli (fig.1).

Qui lo scavo estensivo ha permesso di mettere in luce una fitta sovrapposizione di strutture funerarie di tipologia e cronologia differenti (fig. 2). Il gruppo di sepolture originario, riferibile al periodo Orientalizzante Antico (725-680 a.C.), è caratterizzato da tombe a fossa profonda ricavate nel banco tufaceo e coperte generalmente da grandi lastre in pietra calcarea locale (palombino) poggiate direttamente su una risega interna risparmiata. Solo in qualche caso la struttura si differenzia per la presenza di incavi sui lati della fossa, funzionali al sostegno di una copertura composta da travi in legno e pietre, oppure per il rinvenimento di una cassa litica realizzata giustapponendo verticalmente grandi blocchi di pietra parallelepipedi, chiusi a loro volta da un grande blocco dalla superficie superiore testudinata. Il rituale funerario prevedeva sia il rito incineratorio che inumatorio, con il defunto deposto quindi o all’interno di un’urna, che può essere in lamina di bronzo con decorazioni a sbalzo (come nel caso della tomba 29), oppure in ceramica depurata e dipinta a motivi geometrici (tombe 21 e 35) oppure in semplice impasto (ad es. tomba 2), ovvero direttamente adagiato in posizione supina sul piano della fossa. In un caso, la tomba 17, la presenza di quattro fori agli angoli della struttura fanno ipotizzare la presenza in antico di un letto funebre in materiale deperibile. I corredi, di livello medio-alto, comprendono numerosi ornamenti personali in materiale prezioso (oro, argento, ambra o avorio) insieme ad oggetti in metallo, principalmente armi (punte di lancia, sauroteres, asce) e strumentario da banchetto (spiedi, alari, reggivasi) (fig. 3) associati a ricchi set di ceramiche, tra cui spiccano quelle in impasto dipinto (red on white; fig. 4).

Al gruppo successivo, collocabile cronologicamente tra la fine del VII e i primi anni del VI sec. a.C., appartengono alcune tombe a camera di dimensioni e livello sociale modesti, ricavate nei pressi delle sepolture precedenti, rinvenute nella maggior parte dei casi purtroppo violate.

Solamente anni dopo, intorno alla fine del IV sec. a.C., si assiste a una rioccupazione del pianoro con l’impianto di strutture funerarie che in molti casi intaccano e danneggiano le sepolture precedenti. A livello architettonico si tratta di tombe a camera plurime, oppure “a loculo” con caditoia di accesso, mentre il rituale funerario principale è quello inumatorio con corredi – quantitativamente notevoli – che comprendono ornamenti e oggetti personali in materiale prezioso (oro, argento, faïence) associati a set di vasi in lamina di bronzo e ceramiche, sia decorate con motivi floreali dipinti di produzione locale (fig. 5), sia del più comune tipo a vernice nera, acroma o d’impasto. Tra questi reperti spicca una coppa emisferica in faïence di produzione alessandrina decorata con festoni e bucrani deposta all’interno di un piccolo mortaio in pietra insieme a un pendente in bronzo a forma di felino unito a una catenella in ferro.

L’attenzione costante all’attività di conservazione e recupero dei materiali di differente natura sullo scavo (fig. 6) prosegue presso il Laboratorio di Diagnostica e Restauro del Parco di Vulci a Montalto di Castro.

Lo scavo, diretto dalla Soprintendenza (Simona Carosi, Patrizia Petitti), è stato seguito e documentato da Carlo Casi e Carlo Regoli.

Bibliografia

Inedito

Fig. 2. Veduta dell’area delle tombe Fig. 3. Oggetti di corredo Fig. 4. Vaso in impasto depurato Fig. 5. Loculo con oggetti di corredo Fig. 6. Un momento dell’attività di recupero
Fig. 1. Localizzazione del rinvenimento