Guidonia Montecelio
Guidonia Montecelio

- Provincia
- Roma
- Località
- Marco Simone
- Tipologia
- Strutture idrauliche di età romana
- Autore della scheda
- Zaccaria Mari
Descrizione
Durante i lavori condotti dalla Società Terna Rete Italia di sostituzione di una linea elettrica su tralicci con una interrata, in loc. Marco Simone, lungo l’omonimo fosso, all’interno del Marco Simone Golf & Country Club, sono stati rinvenuti e parzialmente scavati resti di età romana, in precedenza ignoti e quindi non riportati nella Carta archeologica abbracciante la zona.
Lungo la nuova linea è stato dapprima intercettato, presso il confine Nord-Est dei campi da golf, un cunicolo di drenaggio semplicemente tagliato nel banco di tufo, quasi del tutto riempito di terra, la cui funzione può essere stata di tipo agricolo.
Lungo il confine Nord, invece, a ridosso della sponda sinistra del fosso, è intervenuta la scoperta più rilevante (fig. 1). Fondate sul banco argilloso, sono venute alla luce, sotto un alto strato di riporto e pesantemente intaccate dai lavori agricoli, strutture murarie in opus latericium con nucleo cementizio a scapoli di tufo (fig. 2). A livello inferiore è una vasca o cisterna quadrangolare (scavata solo in parte) con gli angoli ‘riempiti’ dall’intonaco idraulico di cocciopesto che riveste fondo e pareti, ove è accuratamente fissato con chiodi di ferro. Alla base della parete verso cui pende il fondo è collocata una fistula plumbea (fig. 3) che attraversa il muro e prosegue all’esterno entro una canaletta di tegole (seguita solo per brevissimo tratto). L’opera laterizia è realizzata con mattoni triangolari ricavati da bessali, molti dei quali, sia in opera sia trovati sparsi nell’interro, recanti il bollo di fabbricazione (v. infra).
A quota superiore rispetto alla vasca è un vano quasi quadrato (fig. 4) con i muri in cementizio intonacato di cocciopesto e pavimento in opus spicatum (fig. 5). Nel vano giungeva dell’acqua proveniente da un tubo posto a quota superiore, acqua che si riversava nella vasca tramite un foro anch’esso rivestito di cocciopesto (fig. 6).
La datazione delle strutture si desume agevolmente dal bollo doliare Corpus Inscriptionum Latinarum XV, 677 b, d, 678 c (ma con varianti), impresso sui mattoni. Rettangolare, bilineare, reca i nomi della coppia consolare dell’anno 123 e quelli del proprietario (Flavius Posidonius) e del conduttore della figlina ((T.) Flavius Phoebus), della quale si specifica la localizzazione sulla via Nomentana: Flav(i) Pho(ebi), ex fig(linis) Flavi Posidoni, / Via Nom(entana), Paetino et Aproni(ano) co(n)s(ulibus) (figg. 7-8).
Il bollo delle stesse officine è stato rinvenuto sui laterizi del settore termale di una villa parzialmente esplorata all’interno dei campi da golf nel 1992.
È probabile che i resti appartengano a un complesso più ampio (villa?) che non è stato possibile indagare, in quanto situato sotto una delle collinette artificiali dei campi da golf.
Lo scavo è stato seguito e documentato da Valentina Cipollari.
Bibliografia
L. Quilici, S. Quilici Gigli, Ficulea, Roma 1993, pp. 305-315, nn. 370-384 (Carta archeologica), Z. Mari, E. Moscetti, L. Rustico, Rinvenimenti fra le vie Tiburtina e Nomentana (Guidonia-Montecelio), “Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma” 96, 1994-1995, pp. 215-227 (villa con settore termale)