Tivoli

Tivoli

Fig. 4. Lato con il prospetto architettonico verso la Tiburtina (da S. Impeciati, 2006)
Provincia
Roma
Località
Via Maremmana Inferiore-Strada di Ponte Lucano
Tipologia
Mausoleo - II parte
Autore della scheda
Zaccaria Mari

Descrizione

Nei primi mesi del 2020 sono proseguite nel cantiere del mausoleo dei Plauzi le attività di solo restauro, poiché lo scavo del basamento parallelepipedo su cui si fonda il corpo cilindrico è stato rimandato per motivi logistici alla fine.

La presente scheda, in aggiunta alle visite guidate svoltesi in media ogni due settimane e purtroppo interrotte dall’emergenza coronavius, ha lo scopo di aggiornare sul prosieguo dei lavori.

Ad oggi è stato completato il restauro della superficie esterna della mole cilindrica (sia dell’opus quadratum di travertino, sia della parte ricostruita nel XV secolo) e del coronamento su archetti pensili (fig. 1), ove è inserito, verso ponte Lucano, lo stemma marmoreo di papa Paolo II (1464-1471) (fig. 2), ed è quasi concluso il restauro del camminamento merlato, che sarà reso nuovamente frequentabile per la visita e la manutenzione (fig. 3). Scalette contrapposte di pochi gradini (fig. 4) consentivano di superare il dislivello fra la copertura lignea dello spazio interno e la quota del camminamento. Tra i merli sono collocati una latrina (che reca sull’intonaco scherzosi graffiti) e feritoie per armi da fuoco (fig. 5).

Si sono registrati alcuni interessanti particolari: 1. in alcuni punti si conservano le grappe di ferro, sfuggite alla razzia per recuperare il metallo, che assicuravano a coppia i blocchi, fissate con piombature (fig. 6); 2. l’iscrizione in marmo bianco del titolare del mausoleo, M. Plautius Silvanus, e della moglie Lartia, inserita nella parte alta del cilindro, risulta leggermente spostata rispetto alla posizione originaria, quasi sicuramente per effetto di eventi tellurici che hanno determinato anche una ‘ragnatela’ di scostamenti più o meno accentuati percepibile sulla superficie convessa. La fodera interna in opus caementicium del corpo circolare, invece, è attraversata da profonde e larghe, ma più distanziate, lesioni, imputabili a una diversa ‘risposta’ da parte della più rigida struttura massiva al terremoto (fig. 7); 3. nei merli e nel camminamento sono reimpiegati numerosi frammenti di marmo, bianco o con venature grigie, molto più grandi delle scaglie riutilizzate nella muratura del cilindro, taluni con modanature e tracce di decorazioni riferibili ad elementi architettonici o a cornici di iscrizioni del mausoleo. Il fatto che non compaiano mai lettere incise è indice della selezione a cui il materiale di spoglio e reimpiego veniva sottoposto, con la sottrazione, in particolare, delle iscrizioni, delle quali si riconosceva l’alto valore documentario.

Debbono essere ancora restaurati i grossi pilastri quadrati di età moderna che sorreggevano i soffitti in legno dei due livelli del vano interno, di cui solo quello inferiore intonacato. Qui abitò nel XVI secolo un “custode” e tali ambienti, proprietà del Comune di Tivoli, erano già in rovina nella prima metà dell’Ottocento. Alla sommità dei due pilastri più alti si trovava anche una “Palombara” costruita su concessione del Comune (1620) dal card. Alessandro d’Este (fig. 8).

La scoperta più rilevante, come già anticipato nella precedente scheda, è avvenuta nel vano al piano terra. La rimozione dei crolli di due dei pilastri moderni ha evidenziato come un settore del pavimento in mattoni rettangolari sia stato rimosso per praticare un profondo scavo (non riportato nelle vecchie piante del 1834-35) tra due massicci muri convergenti a cuneo (figg. 9-10). Essi appartengono a una struttura di contenimento che suddivide, come i raggi di una ruota, la parte inferiore del cilindro in spicchi triangolari; i muri, in opus caementicium a piccoli ‘scapoli’ calcarei simile al cementizio utilizzato nelle opere idrauliche, furono gettati in cassaforma di tavole (ne restano le impronte), quindi gli spazi vuoti vennero riempiti con scagliette di lavorazione, in modo che l’acqua filtrasse attraverso e le cementasse (c.d. “vespaio”, utilizzato anche nelle ‘casse murarie’ che collegano il corpo basamentale a quello cilindrico). Il sistema a raggiera è presente in numerosi mausolei della fine dell’età repubblicana/prima età imperiale, soprattutto nei dintorni di Roma. Proprio la mancanza di una solida piattaforma continua ha fatto sì che uno dei pilastri cadesse, portando allo scoperto la fondazione.

Alla luce di quanto osservato, si rafforza quindi l’ipotesi che il vano antico, ove dovevano svolgersi cerimonie di commemorazione degli illustri personaggi sepolti nel mausoleo, fosse coperto da volte, di cui sono evidenti gli attacchi sulla parete curva (fig. 11), che convergevano, come i muri a cuneo, verso un pilastro situato al centro, forse circolare.

La ripulitura dalla vegetazione ha consentito di documentare le numerose scritte (in genere nomi e numeri) e i disegni, soprattutto del XVIII-XIX secolo, graffiti sull’intonaco moderno, come quella del 1858 “anno in cui fu fabricata la sega ad acqua” (fig. 12), forse per segare i blocchi di travertino nelle vicine cave succedute alla cava del Barco che aveva fornito la pietra per famosi monumenti dell’Urbs come il Colosseo.

Il progetto è seguito da Anna Paola Briganti (Responsabile unico del procedimento), Sergio Sgalambro (Direttore dei lavori), Zaccaria Mari (Direttore scientifico).

Periodici aggiornamenti sul prosieguo del cantiere saranno forniti su questo medesimo sito.

Bibliografia

M. Lolli Ghetti, Un documento ottocentesco sul Mausoleo dei Plautii a Ponte Lucano (Tivoli). Luigi Valadier e il rilievo del 1835 – Considerazioni e verifiche, in “Archeologia laziale” VII, 1, a cura di S. Quilici Gigli, Roma 1985, pp. 167-174 (per lo scavo all’interno del cilindro), Z. Mari, Tibur, pars quarta, “Forma Italiae”, Firenze 1991, pp. 199-210, n. 128 (per la riutilizzazione moderna)

Fig. 2. Stemma di Paolo II Fig. 3. Camminamento sommitale Fig. 4. Scalette di servizio Fig. 5. Postazione per arma da fuoco Fig. 6. Grappa tra i blocchi Fig. 7. Interno del corpo circolare Fig. 8. Resti della colombaia Fig. 9. Posizione dello scavo Fig. 10. Muri a cuneo Fig. 11. Resti delle volte antiche Fig. 12. Graffito del 1858
Fig. 1. Il coronamento in restauro